5° Rapporto Economia Circolare 2023

Presentato il nuovo Rapporto sull’Economia Circolare in Italia curato dal Circular Economy Network, in collaborazione con Enea, a livello globale l’economia circolare, purtroppo, arretra, ma l’Italia si conferma Paese leader tra le più grandi economie europee.

I dati in sintesi

I dati del 5° rapporto sull’economia circolare in Italia, presentato il 16 maggio 2023, è stato realizzato dal Circular economy network in collaborazione con Enea.

In sintesi: a livello globale l’economia circolare, purtroppo, arretra, ma l’Italia si conferma Paese leader tra le più grandi economie europee. Non mancano tuttavia i campanelli di allarme. Perché peggioriamo su alcuni indicatori chiave come il tasso di uso circolare della materia e la produttività delle risorse.

Nonostante gli allarmi sulle crisi ambientali si rincorrano, il tasso di circolarità nell’economia mondiale sta diminuendo: in cinque anni siamo passati dal 9,1% al 7,2%. In altre parole, il Pianeta ricicla e riusa di meno.

Tra le prime cinque economie dell’UE l’Italia rimane il Paese più circolare d’Europa, anche se negli ultimi cinque anni perde posizioni mentre altri Stati accelerano: non possiamo sederci sugli allori, occorre fare di più per mantenere la leadership.

I dati dell’Economia globale

Il dato da cui parte l’analisi è preoccupante: l’economia globale brucia oltre cento miliardi di tonnellate di materiali l‘anno.

Accelerare la transizione all’economia circolare, dunque, contribuirebbe a migliorare le condizioni del Pianeta perché l’estrazione di materiale vergine potrebbe diminuire di oltre un terzo (-34%) e le emissioni di gas serra potrebbero essere ridotte contenendo l’aumento della temperatura globale entro i 2°C, salvaguardando insostituibili ecosistemi fondamentali per la vita del nostro Pianeta.

Ma ci sarebbero anche consistenti benefici economici. A partire da un importante contributo alla lotta contro l’inflazione che viene alimentata dai rincari del costo dei materiali e dell’energia: le strategie mirate al recupero di materia ed energia hanno un evidente effetto deflattivo.

Italia leader in UE

La classifica complessiva di circolarità nelle principali cinque economie dell’Unione Europea (Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna) è basata su sette indicatori: tasso di riciclo dei rifiuti; tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo; produttività delle risorse; rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali; quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia; riparazione; consumo di suolo.

Diminuisce il tasso di utilizzo circolare dei materiali

Meno positivo per il nostro Paese l’andamento del tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo (il rapporto tra l’uso circolare di materia e l’uso complessivo, cioè da materie prime vergini + materie riciclate).

Infatti, il tasso di utilizzo circolare dei materiali in Italia è al 18,4%, resta più alto della media UE (11,7%) nel 2021 – ultimo dato disponibile – ma eravamo al 20,6% nel 2020 e al 19,5% nel 2019.

Produttività delle risorse

Per la produttività delle risorse siamo, assieme alla Francia, davanti alle altre principali economie europee con 3,2 euro generati per ogni kg di materiale consumato e anche nella percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti, speciali e urbani, siamo in testa con il 72%, mentre è del 53% in Europa.

Classifica della circolarità

Nella classifica complessiva della circolarità delle cinque principali economie dell’Unione Europea (Italia, Germania, Francia, Spagna e Polonia) restiamo dunque leader, ma nella tendenza degli ultimi cinque anni perdiamo posizioni: la Spagna ci segue a ruota e sta tenendo un ritmo di cambiamento più veloce dell’Italia.

Il sondaggio

Il nuovo aggiornamento sullo “stato di salute” dell’economia circolare in Italia con l’annuale edizione del rapporto quest’anno è accompagnato da un’indagine Legacoop-Ipsos sugli stili di consumo.

Tra i dati più interessanti del sondaggio Legacoop-Ipsos segnaliamo il 45% degli intervistati che negli ultimi 3 anni ha acquistato un prodotto usato; il 36% un prodotto rigenerato o ricondizionato. La sharing economy, infine, piace ai giovani. Nella fascia di età 18-30 anni emerge infatti una predilezione per leasing, noleggio o soluzioni in condivisione.


Sito internet: Circular Economy Network

Per approfondire

Torna in alto