Giurisprudenza

Cassazione penale, condizioni gestione illecita rifiuti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28484/2024, ha riassunto e ribadito le condizioni per la configurabilità del reato di gestione illecita di rifiuti, ex art. 256, D.lgs. 152/2006. Sintesi In sintesi, la Corte ha ribadito che il reato di gestione illecita dei rifiuti è di natura istantanea e può configurarsi anche a fronte […]

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Consiglio di Stato, Via ed Aia procedimenti autonomi

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 5154 /2024, si è pronunciato sull’autonomia dei procedimenti di Via ed Aia. Il rilascio della V.i.a. non consente di ritenere “autorizzato” il progetto, in caso di mancato rilascio dell’A.I.A. Una valutazione di impatto ambientale negativa preclude, infatti, il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, al contrario legittimamente può essere

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Cassazione penale, elemento soggettivo reato paesaggistico

La corte di Cassazione, con la sentenza n. 24246/2024, si è pronunciata sull’elemento soggettivo per la configurabilità del reato contravvenzionale in materia paesaggistica. L’art. 181, comma 1, d.lgs. n. 42 del 2004 punisce chiunque, senza la prescritta autorizzazione o in difformità di essa, esegua lavori di qualsiasi genere su beni paesaggistici, con la pena dell’art.

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Cassazione penale, abbandono rifiuti ed omessa vigilanza

La corte di Cassazione, con la sentenza n. 24080/2024, si è pronunciata sulla fattispecie di abbandono rifiuti ed omessa vigilanza sull’operato dei dipendenti. In materia ambientale, i titolari e i responsabili di enti ed imprese rispondono del reato di abbandono incontrollato di rifiuti non solo a titolo commissivo, ma anche sotto il profilo della omessa

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Corte di Giustizia Ue, attività da sospendere se presenta pericoli

La Corte di Giustizia Ue, con la sentenza pronunciata nella causa denominata C-626/22 (ex Ilva), ha affermato che qualora l’attività dell’installazione presenti pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e per la salute umana l’esercizio di tale installazione deve essere sospeso. La Corte sottolinea anzitutto lo stretto collegamento tra la protezione dell’ambiente e quella della salute

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Cassazione penale, condizioni deposito temporaneo rifiuti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20841/2024, si è pronunciata sulle condizioni del deposito temporaneo rifiuti affermando che non sussiste nel caso sia già stata effettuata un’operazione di cernita. Il «deposito temporaneo prima della raccolta» (art. 183, lett. bb, d.lgs. 152/2006), è «il raggruppamento dei rifiuti ai fini del trasporto degli stessi in

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Cassazione penale, materiali da attività di demolizione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18020/2024, si è pronunciata sulla qualificazione dei materiali derivanti dall’attività di demolizione di un edificio. L’attività di demolizione di un edificio non può essere definita un “processo di produzione” ai sensi dell’art. 184-bis, comma primo, lett. a) del D.Lgs. 152 del 2006, con la conseguenza che i

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Cassazione penale, abbandono rifiuti e qualifica soggettiva

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18046/2024, si è pronunciata sulla fattispecie di abbandono di rifiuti e qualifica soggettiva dell’autore della condotta. La Corte ha affermato il seguente principio di diritto: «ai fini della sussistenza del reato di cui all’art. 256, comma 2, d.lgs. n. 152 del 2006, è necessaria e sufficiente la qualifica

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Consiglio di Stato, differenza tra rifiuti elettrici ed elettronici

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 4549/2024, si è pronunciato sulla differenza tra rifiuti elettrici ed elettronici in relazione alla fattispecie della procedura semplificata in materia di spedizioni transfrontaliere. La differenza tra rifiuti elettrici ed elettronici non è solo terminologica, dato che fra le apparecchiature elettriche e quelle elettroniche esiste una differenza tecnica

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Cassazione penale, acque reflue provenienti da struttura sanitaria

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19391/2024, si è pronunciata sulla natura delle acque reflue provenienti da una struttura sanitaria. Le acque reflue provenienti da una struttura sanitaria, nella specie una clinica specialistica, non possono essere incluse nella categoria delle “acque reflue domestiche”, tali essendo, secondo la definizione fornita dall’art. 74, comma 1,

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