Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 5 novembre 2025, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo sulle batterie e rifiuti di batterie e un regolamento sul riutilizzo delle acque reflue affinate.
Come riportato nel Comunicato stampa n. 148, i provvedimenti approvati sono:
Batterie e rifiuti di batterie
Il decreto legislativo introduce Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale al regolamento (UE) n. 2023/1542 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 2023, relativo alle batterie e ai rifiuti di batterie, che modifica la direttiva 2008/98/CE e il regolamento (UE) 2019/1020 e abroga la direttiva 2006/66/CE.
Il nuovo quadro normativo europeo regola l’intero ciclo di vita delle batterie, dal design sostenibile alla gestione dei rifiuti.
Si introducono obblighi per gli operatori economici in materia di conformità, tracciabilità e responsabilità, nonché misure sul dovere di diligenza per garantire approvvigionamenti sostenibili delle materie prime.
Si adottano criteri ambientali minimi aggiornati per gli appalti pubblici relativi a prodotti contenenti batterie, in attuazione del principio di sostenibilità ambientale, e si disciplinano i punti di raccolta, le garanzie finanziarie, le attività di controllo e gli obiettivi di raccolta e riciclo.
Inoltre, si istituiscono il Registro dei produttori di batterie e il Centro di coordinamento batterie e si ridefinisce il sistema della responsabilità estesa del produttore, con modalità di adesione individuale o collettiva.
Acque reflue
Il regolamento, da adottarsi con decreto del Presidente della Repubblica, è relativo al riutilizzo delle acque reflue affinate, nonché di esecuzione del regolamento (UE) 2020/741 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 2020.
Il provvedimento disciplina i criteri, le modalità e le condizioni per l’uso sicuro di tali acque, fornendo un quadro normativo essenziale per far fronte alla crisi idrica e per supportare, in particolare, l’irrigazione in agricoltura. Si stabilisce in particolare l’obbligo di redigere un Piano di gestione dei rischi, individuando ruoli e responsabilità dei gestori e degli utilizzatori finali, con l’obiettivo primario di proteggere la salute umana, animale e l’ambiente.

